Approfitto di questo mio spazio per farmi, ancora una volta, pubblicità.
Da quando sono rientrata in patria (che sia chiaro, temporaneamente) ho investito per studiare delle discipline che ho scoperto essere più mie rispetto a quelle che avevo coltivato fino a quel momento. E sono giunta ad ottenere la certificazione come OPERATORE OLISTICO A INDIRIZZO RADIESTESICO E RADIONICO, con riconoscimento IPHM (International Practitioners of Holistic Medicine).
Ho dunque aperto un sito in cui è possibile trovare di cosa mi occupo e tutti i servizi che offro.
Per qualunque informazione al riguardo, potete contattarmi.
Eccomi di nuovo qui! Sono pronta a continuare il racconto da dove ero rimasta. Vi avevo lasciati con le foto di alcune prelibatezze testate in quel di Portsmouth, durante i giri per la città nei momenti di svago. Ma non perdevo certo di vista il mio obiettivo. Ero lì per cercare di stabilirmi dal punto di vista lavorativo e quindi avevo molto da fare.
La prima cosa per rendermi appetibile dai datori di lavoro del Regno Unito era ottenere il NIN, ossia una sorta di codice fiscale che permette di lavorare in regola (un po’ come il codice fiscale in Italia). Non vi nascondo che la prima volta che chiamai (l’appuntamento si prende solo via telefono) l’operatrice che rispose mi tirò fuori un pretesto per non darmi l’appuntamento: non avevo il nome dell’edificio quando diedi l’indirizzo e quindi avrei dovuto richiamare una volta ottenuti tutti i dati. Questo era un espediente per scremare le persone provenienti dal resto d’Europa e che volevano lavorare in Regno Unito. La Brexit era stata votata e dunque iniziavano a mettere i bastoni tra le ruote. Beh, ovviamente non mi lasciai scalfire. Ritentai in un secondo momento e trovai un’operatrice ben più gentile che mi diede l’appuntamento per il colloquio. Ci sono sedi specifiche dove recarsi per il colloquio del NIN. Per la mia zona dovevo far riferimento a Southampton, zona da cui si dice sia partito il Titanic. Per farla breve, entro gennaio avevo già il mio bel NIN da sbandierare ai datori di lavoro.
Le cose andarono abbastanza velocemente tanto che avevo anche trovato un lavoro prima di terminare la scuola. Avrei dovuto iniziare a fine febbraio. Era nell’ambito del recupero crediti, cosa che a me non piace. Così, dopo essere stata avvisata che ero stata scelta, mi presi una settimana per pensarci. Avrei dovuto spostarmi a nord di Manchester (così a noooord!), nello specifico a Preston, e chiamare verso l’Italia le famiglie che avevano debiti con grandi aziende (tipo American Express e altre) per trovare una soluzione per il pagamento dei loro debiti. Mi immaginavo già a chiamare a casa di anziani che campano con 500 euro di pensione e che magari faticano ad arrivare a fine mese e a intimare di pagare le rate per non subire pignoramenti… Non ho abbastanza pelo sullo stomaco per un’attività del genere. Rifiutai.
Ma quanto tempo è passato! E quante volte ho avuto dei vuoti, per poi tornare e dire “Stavolta mi impegno per bene, voglio essere costante e proseguire questa attività di sfogo, di scrittura, di compagnia a me stessa e, se fa piacere, anche a qualcun altro”… Tante.
Questa volta il blocco è stato bello tosto, e non soltanto in termini di tempo. Sono accadute molte cose in questi tre anni. Cose pesanti. Di alcune, probabilmente, avevo fatto trapelare qualche accenno quando scrivevo dei miei stati d’animo pessimi e irrecuperabili. Ma non potevo esprimere apertamente a cosa stavo andando incontro. Avevo semplicemente paura di affrontare quello che credo sia il giorno peggiore nella vita di una persona. O, per lo meno, per la maggior parte delle persone. Avevo paura di cosa sarebbe successo, come mi sarei sentita, di se e come me ne sarei tirata fuori e di cosa ne sarebbe stato di me.
Eppure sono qui, viva, la mia vita continua, ora un po’ alla giornata (visto il periodo storico epocale in cui ci troviamo, e credetemi se vi dico che è EPOCALE!) e ho “superato” l’evento che attendevo con tanta ansia e pianti notturni. Certo, le cose non sono più come prima di esso, visto che adesso c’è una mancanza che nessuno potrà mai colmare.
E anche io sono un po’ cambiata. Forse sono la stessa di prima, ma ho buttato delle cose e ne ho “comprate” altre. Ho fatto un po’ di “pulizia”, ma non ho ancora finito. Avete presente quando decidete di fare spazio in casa perchè avete accumulato troppe cose che non vi servono o non vi piacciono più? E nel contempo è anche ora di ritinteggiare i muri perchè i colori di prima non vi piacciono più o si sono stinti? Ecco, io sono in questa situazione. Forse, non sono più la stessa di prima… O forse lo sono, sono la stessa di prima ma in modo diverso. E’ complicato…
E sono ancora qui. In settimana mi sono presa un tardo pomeriggio per andare a vedere Thor Ragnarok. A dire il vero il trailer non mi ispirava granchè, ma ogni film Marvel sugli Avengers è collegato agli altri, e quindi mi serviva per capire la storia. Ho dovuto ricredermi, il film alla fine è risultato carino. Molti sono i momenti ironici presenti e rendono tutto più piacevole. Certo, quel manzo di Chris Hemsworth da mesi fa ogni tipo di pubblicità inerente al suo ultimo sforzo (cercatelo su Twitter e Instagram e fate un sorriso) e sono stata contenta che non mi abbia deluso.
Spero che nel frattempo non vi siate annoiati leggendo le mie perpezie. Tranquilli che se fino ad ora ho parlato di cose brutte, ora arriva un post molto positivo. Si vede dalla foto? Sto per raccontarvi (e mostrarvi con foto) i giorni più belli del mio 2017.
W la Francia!
Arrivò il mese di luglio che avevo accumulato parecchio stress, tra una cosa e l’altra. Mi sentivo oppressa e come bloccata sotto una campana di vetro. Sentivo la necessità di cambiare aria. A ciò si aggiungeva uno stato di malessere di mia sorella per cose sue e alla fine mia madre ci ha imposto di prenderci una pausa. Perchè in casa mia le cose funzionano al contrario: non sono i figli a chiedere libertà e uscite, sono i genitori a costringere i figli a fare le valigie. Continua a leggere “Sono passati 10 mesi… -parte quattro-“
Eccomi qui, di nuovo con un altro pezzo del racconto di tutto ciò che mi è accaduto nei mesi scorsi. Sono stata ferma per quasi un anno e ora sembro un fiume in piena. Spero che questo estro non sia solo temporaneo, ma che continui a farmi sentire il fremito nelle mani.
Proseguiamo.
A giugno di quest’anno si è finalmente concluso (o meglio, ho fatto di tutto per far concludere) il procedimento che riguardava l’incidente che io e il mio ex fidanzato abbiamo subito in macchina nel giugno 2016.
Esaurito il ciclo di terapie a fine gennaio, ho fatto pressioni all’agenzia antinfortunistica per avere le ultime due visite il prima possibile. Volevo chiudere anche per poter essere libera di fare le mie scelte (come trasferirmi all’estero, per esempio) senza subire vincoli dall’esterno.
Come ho scritto, purtroppo il mio ex fidanzato decise di non rivolgersi all’assicurazione l’anno scorso, ma di andare tramite agenzia antinfortunistica. Essendo il mio primo incidente non avevo la più pallida idea di come si procedesse e non mi è stato neppure spiegato. Sono riuscita ad avere le visite in tempi abbastanza brevi (ho chiuso a un anno esatto dall’accaduto) ma non ero al corrente del fatto che l’agenzia chiedesse una parcella e che dovessi pagarla io. Lui mi aveva detto “E’ la mia assicurazione che ti paga” senza aggiungere che alla fine di tutto avrei dovuto sborsare una somma di denaro. E mi ha preso pure per stupida quando ho affermato che non lo sapevo. Onestamente, non avendone mai avuto bisogno, vado fiera del fatto che ignoravo come funzionassero queste cose. Continua a leggere “Sono passati 10 mesi… -parte tre-“
…Dall’ultima volta che ho scritto in questo blog, e anche dall’ultimo momento in cui ho messo piede in WordPress.
E’ parecchio che penso e ripenso di tornare a scrivere, ma non mi sono mai decisa concretamente. E vedo che mi manca molto. Nonostante allo stesso tempo abbia sentito una forza che mi impediva di entrare sia per scrivere che per leggere, come se l’avessi trovata un’attività in contrasto col resto della mia vita. Uso questo spazio per scrivere di me e non mi sono sentita di usarlo.
Non so tutti voi come avete trascorso tutto questo tempo, se qualcosa per voi è cambiato, se fate sempre le stesse cose… Per me qualcosa è cambiato e qualcosa no. Ho voglia di condividere con l’etere ciò che mi è accaduto, un po’ anche per utilizzare questo strumento come modo di buttare fuori il mondo che tengo segregato dentro.
Comincio col dire che ciò che mi affligge in maniera più seria purtroppo non è cambiato. Esistono cose contro le quali l’uomo e la scienza non possono nulla. Perciò quello va avanti tra alti e bassi e l’unica cosa da fare è accettarlo e sperare che la situazione rimanga almeno stabile, senza subire ulteriori peggioramenti.
Lascio qui questo discorso perchè non mi va di parlarne oltre. Continua a leggere “Sono passati 10 mesi…”
Ciao, sono Luana, ho 33 anni e ho una vita meravigliosa e felice. Mentre la gente della mia età è già sposata e con figli, o lo sta progettando nel prossimo futuro, io sto ancora progettando come riuscire a comprare una maglia o un paio di scarpe senza l’aiuto di mamma o del mio fidanzato. Col quale probabilmente non riuscirò mai ad andare a convivere.
Ciao, sono Luana, ho 33 anni e da quasi 3 quando lavoro (quando lo trovo…) che sia in nero (9 volte su 10) o in regola, mi danno al massimo solo i soldi della benzina. Quando me li danno davvero….
Ciao sono Luana, ho 33 anni e ho passato gli anni migliori della mia vita sui libri, sperando che studiare sarebbe servito a qualcosa. Ho fatto un sacco di rinunce, credendo che dei voti alti mi avrebbero garantito un futuro. A saperlo, avrei fatto la parrucchiera o l’estetista, per poi scoprire di soffrire di endometriosi e non riuscire più a lavorare in piedi.
Ciao, sono Luana, ho 33 anni, e quando andavo a scuola fin dalle elementari ho sempre aiutato chi mi ha chiesto una mano, ho sempre passato compiti e quant’altro, in cambio di nulla. Adesso ho scoperto di essere stata una cazzona, e di tutto l’aiuto che ho prestato non mi è tornato indietro neanche un “grazie”. Anzi, ora che ho bisogno io sembra che tutti si siano dimenticati di me o facciano orecchie da mercante. Bel karma…
Questa è una settimana speciale. Sì, cavolo, è speciale. Sabato sarà il mio compleanno. Arriverò all’età della crocifissione. L’età della svolta (nonostante di faccia continui a sembrare una 25-26enne, e se struccata pure qualcosa in meno – potrei mentire scrivendo un’età falsa sul cv? Dopo tutto, la foto che utilizzo su di esso è del 2009 e a vedermi dal vivo nessuno nota differenze). E infatti, da un po’ di tempo ho dato una svolta al mio modo di pensare (sarebbe un bene se decidessi anche ad agire prendendo un po’ di coraggio…). Ho deciso, ho CAPITO che io non devo niente a nessuno. Che DEVO pensare a me stessa, a quello che mi piace, a quello che voglio. Perchè nessuno dimostra del tatto per me.
Devo imparare a esprimere quello che penso (e lo sto facendo, con chi so che mi capisce e che mi vuole bene veramente, lo sto davvero facendo, non per mettere alla prova qualcuno per vedere quanto veramente tiene a me, ma è giunta l’ora di tirar fuori la mia personalità, le mie esigenze e i miei pensieri. E sembra andare bene, almeno nel campo in cui sto testando questa novità). Perchè ci sono anch’io nel mondo, cacchio! E ho diritto al mio posto, alla mia possibilità di esprimermi e di fare.
Ho deciso che devo pensare a ciò che mi piace e prendermelo, o tentare di procurarmelo. Senza invadere la sfera altrui, ma senza neppure violentare me stessa, cercando di reprimere certi desideri, o mettendo in secondo piano quello che voglio.
Donne (ma anche uomini, perché no) credo di avere bisogno di un vostro spassionato consiglio per quanto riguarda alcuni comportamenti da tenere o meno con la mia semi-suocera (non sono sposata con suo figlio, nonostante i tanti anni che siamo assieme, perciò è una semi-suocera).
Devo premettere, prima di continuare, che io sono una persona dall’atteggiamento piuttosto remissivo, sottomesso e … quando mi trovo in certe situazioni (nelle quali mi sento addirittura in imbarazzo) non riesco a imporre quello che sono (non in senso negativo, ma per far capire che ci sono anch’io con le mie esigenze). Per dirla breve, sono una stupida cogliona che non è in grado di far valere se stessa e quello che sente in mezzo agli altri, soprattutto quando mi sembra di essere vista ancora come una bambina. Questo è ciò che percepisco dall’esterno. Il fatto di non avere ancora un lavoro persiste a farmi sembrare agli occhi degli altri ancora come una studentessa che non ne sa nulla della vita e che non ha esperienza, e la cui capacità e intelligenza sono ancora da dimostrare in ambito pratico.
Detto ciò, vi espongo la questione.
Avete presente quando desiderate ardentemente una cosa? Quando siete veramente presi da qualcosa che volete da tempo tanto da sembrarne ossessionati?
Ecco, io mi sono appena trovata in uno di quei momenti, che per fortuna si alternano a più o meno lunghi periodi di “normalità” in cui vivo tranquilla, senza lasciare che un’idea fissa mi faccia pensare di essere maniaca.
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