Ebbene, è passato qualche giorno senza che scrivessi qui dentro perchè mi sono allontanata da casa.
Quando mi concedo di andare via di casa, specialmente in compagnia del mio compagno, mi piace lasciarmi alle spalle la vita virtuale che ormai prende ogni attimo della nostra vita attraverso i “drin drin” vari dei nostri cellulari.
Non so per gli altri, ma per me concedermi qualche giorno vuol dire anche cercare di vivere nel concreto, concentrarmi sulla realtà, dedicarmi a me stessa e a chi mi sta accanto. Lasciando in disparte quello che non rappresenta “realtà”, “concretezza”.
Che cosa c’è di sbagliato in tutto ciò? Insomma, sono davvero l’unica che via dalla città evita di ficcare il naso in posti come Facebook e compagnia? Ma che me ne frega di quello che la gente scrive su Fb? Lo faccio anche (forse soprattutto) per evitare di innervosirmi o impelagarmi in cose inutili che creano stress – e, credetemi, la rete può creare molto più stress di quanto non lo faccia già la vita reale!
Comprendo che ci siano persone che non condividano questo modo di pensare e che, magari, con la scusa di “Ma io ho i parenti lontani, uso Fb per sentirli anche in vacanza e condividere la mia vita con loro” pensano che tutto questo “condividere” per forza sia normale.
Ma non è esagerato? Una volta, quando eravamo liberi da questa tecnologia, ci limitavamo alle cartoline spedite ad amici e parenti dai luoghi di villeggiatura, quelle rappresentavano l’unico “pensiero”, un modo per condividere la nostra vita con gli altri. Una foto, una telefonata, una cartolina… e nessuno si lamentava, anzi, sembrava che andasse bene a tutti.
Ora che hanno inventato una tecnologia che ci consente di stare praticamente perennemente a contatto con chiunque e di condividere col mondo anche le volte che andiamo in bagno, sembra che avere la scusa del parente lontano o dell’amico che non si vedeva da tempo giustifichi il nostro stare sempre attaccati ai diversi aggeggi per smanettare in ogni modo, in ogni social, in tutti i luoghi in tutti i laghi[cit.]…
A me sembra soltanto che siamo diventati tutti schiavi di cellulari, tablet e compagnia, e non riusciamo più a starne senza. Ed è sconcertante che non si riesca ad ammettere che è così. E’ diventata una vera e propria dipendenza, c’è chi si droga, chi si dà all’alcolismo e chi non può fare a meno di cellulare e Facebook.
Almeno si dovrebbe avere il coraggio di ammettere “Io non sono in grado di stare un giorno senza visualizzare cosa succede nella mia bacheca”. Perchè non dirlo, invece di nascondersi dietro stupide scuse?
Perchè è vero che la tecnologia, i social e tutto il resto hanno cambiato il modo di farci rimanere in contatto con chiunque ci stia a cuore ma è lontano (anche se spesso sentiamo – solo – tramite cellulare anche chi ci sta vicino), ma non siamo certo costretti a dover stare perennemente connessi per raccontare e condividere ogni istante della nostra giornata (e c’è chi lo fa!).
Quando vi concedete una vacanza, provate a spegnere il cellulare, a lasciarlo sul comodino quando uscite, a resistere alla tentazione di vedere chi vi ha scritto o chi ha imbrattato le bacheche dei vostri social. Cercate, invece, di concentrarvi su ciò che vi circonda concretamente, su chi vi sta accanto, provate a vivere quei pochi giorni affidandovi ai vostri sensi (l’udito, la vista, il tatto, l’olfatto, il gusto), vivete intensamente quello che avete intorno, immergetevi nel vivo del posto in cui vi trovate. Proprio come si faceva un tempo.
State tranquilli, la vostra esistenza non ne trarrà alcuno svantaggio. Anzi!